Can che abbaia? La Cassazione media - Bulldog inglese Simplydoor Allevamento Bulldogs Inglesi

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Can che abbia? La Cassazione media.

I cani che vivono in un condominio non possono abbaiare giorno e notte disturbando i vicini di casa. I padroni, infatti, “senza coartare la natura dell’animale” devono cercare di limitare le occasioni che in qualche modo preoccupano l’amico a quattro zampe. Da un punto di vista pratico, tuttavia, non si può fare molto: infatti i padroni dell’animale non devono risarcire i vicini per il disturbo. È quanto affermato dalla Corte di Cassazione che con la sentenza 7856 del 28 marzo 2008 ha respinto il ricorso dei padroni di un cagnolino che, all’interno del suo appartamento, abbaiava giorno e notte ogni volta che sentiva suonare un campanello o avvertiva una presenza estranea all’interno del condominio. Per questo due dei vicini avevano fatto causa alla famiglia dicendo di non sopportare più i rumori molesti provocati dall’animale. Il giudice di pace di Pistoia aveva ordinato ai padroni di cercare di limitare le occasioni in cui sapevano che il cane era solito abbaiare ma aveva negato il risarcimento del danno ai vicini di casa. La decisione fu poi confermata dal tribunale, così i due padroni, non sapendo come limitare le reazioni dell’animale hanno fatto ricorso in Cassazione ma lo hanno perso, nel senso che la Suprema Corte ha confermato la sentenza di merito intimando loro di limitare al massimo i rumori molesti prodotti dal cane, senza che questo comporti un risarcimento del danno per i vicini infastiditi. Insomma il collegio di legittimità ha ritenuto corretta la decisione di merito che “nella specie sussistesse la violazione del regolamento del condominio per il continuo ed ingiustificato abbaiare del cane, anche volendo tener conto della natura dell’animale che non poteva essere coartata, fino ad impedirgli di abbaiare del tutto”. La Cassazione chiede però un sacrificio anche alle vittime dei rumori. Gli altri condomini, recita la sentenza, “per contribuire alla civile convivenza condominiale” devono sforzarsi di “tollerare” episodi “saltuari di disturbo da parte dei cani” che vivono nel loro palazzo. “Per il cane, l’abbaiare è un comportamento corretto”- spiega il Presidente della SISCA, Raimondo Colangeli, a Repubblica. “L’abbaiare è legato al fare la guardia, oppure è il modo in cui si chiama a raccolta il branco. Nei cani domestici l’ululato si è trasformato nel tempo in una richiesta di attenzione o è legato a un comportamento ansioso. In generale i cani che abbaiano di più sono quelli che segnalano l’assenza del padrone. Su un cucciolo si agisce sull’apprendimento. In una casa dove si urla spesso o dove si parla ad alta voce il cucciolo imparerà per imitazione ad abbaiare più forte. Attraverso le gratificazioni ricevute, però gli si può insegnare a modulare il suo abbaio. In un cane adulto l’insegnamento è più difficile, ma non impossibile. Una volta stabilita la causa dell’abbaiare eccessivo ci sono tre metodi fondamentali: si agisce sulla relazione cane-padrone, si usa la terapia farmacologica se il cane è ansioso, oppure si applicano tecniche cognitive. Tutto questo deve comunque essere preceduto da una tecnica accurata delle condizioni del cane per escludere problemi
fisici alla base del disagio. Ciò che incide sul comportamento del cane e quindi anche sull’abbaiare è la relazione uomo-animale. Ma occorre anche consultare un veterinario che indichi qual è l’animale più adatto, date le abitudini quotidiane e gli spazi a disposizione”.
(fonti: Apcom-Repubblica.it)

 
 
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